domenica 18 settembre 2011



…rappresentava una perenne ode vivente alla brioche della domenica mattina, quando, intorpiditi ma felici per la giornata di riposo che inizia, ci infiliamo un vecchio maglione comodo e scendiamo a prepararci il caffè, controllando con la coda dell’occhio la montagnola brunita che riposa sul tavolo. Ci sentiamo ancora piacevolmente addormentati, gioiamo qualche secondo in silenzio di non doverci piegare alla legge del lavoro, ci stropicciamo gli occhi provando benevolenza per noi stessi, e quando l’aroma palpabile del caffè si sprigiona finalmente ci sediamo davanti alla tazza fumante, esercitiamo una leggera pressione sulla brioche che si spezza piano piano, ne portiamo un boccone nel piatto pieno di zucchero in mezzo al tavolo e, con gli occhi socchiusi, riconosciamo senza dircelo la sfumatura dolce-amara della felicità.

Muriel Barbery

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